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Appello_al_Capo_dello_Stato_05.03.2010

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APPELLO AL CAPO DELLO STATO SUI RISCHI CONNESSI ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO SUI LUOGHI DI LAVORO E NEL TERRITORIO

 

On.le Sig. Presidente della Repubblica,

il recepimento della Direttiva 2009/148/CEE del Parlamento Europeo del 30/11/2009 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto  richiede un adeguamento della attuale legge sull’amianto, in modo da rendere pienamente esigibile anche l’applicazione dell’art. 32 della Costituzione Italiana nella parte che dice : “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

Quarant’anni fa, con l’articolo 9 dello Statuto dei Lavoratori, la legge 300/70, il legislatore ha riconosciuto e recepito la battaglia intrapresa dal movimento operaio per tutelare la salubrità, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, anche se questa norma non è quasi mai stata completamente applicata e per questo nel passato la Repubblica Italiana è stata più  volte condannata dalla Corte di Giustizia Europea.

Ancor’oggi l’amianto, il killer silenzioso, rappresenta una vera emergenza, umana, ambientale e sanitaria. L’amianto è presente nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli edifici pubblici, sui tetti e nei capannoni industriali, nelle nostre case ed in circa tremila prodotti di uso corrente, con effetti devastanti come dimostrano le oltre 4.000 persone che muoiono ogni anno a causa di questo killer.

La Direttiva Comunitaria 148 del 2009 – premessa n. 11-  afferma che: “ non è stato ancora possibile determinare il livello di esposizione al di sotto del quale l’amianto non comporta rischi di cancro”: pertanto, come affermano autorevoli scienziati e la stessa Direttiva Comunitaria sopra citata, non solo “ è opportuno ridurre al minimo l’esposizione professionale dei lavoratori all’amianto”, ma l’amianto va eliminato e va perseguito l’obiettivo del rischio zero, perché l’unica fibra innocua è quella che non si respira.

La nostra esperienza ci porta a dire che non esiste nessuna soglia o limite di tolleranza all’amianto, perché anche una sola fibra può produrre il mesotelioma (il tipico tumore derivante dall’amianto).

La nostra battaglia, che persegue l’obiettivo del rischio zero per chi viene a contatto con l’amianto e più in generale con tutte le sostanze cancerogene, è una battaglia per l’attuazione piena della Costituzione della Repubblica Italiana.

La nostra lotta è la lotta di tutti, non persegue interessi economici, ma è una battaglia di civiltà.

Dobbiamo evidenziarle che ad oggi non è ancora operativo il FONDO VITTIME DELL’AMIANTO per carenza del decreto attuativo, che doveva essere emanato entro 3 mesi dall’approvazione dell’art. 1, commi 241-246, Legge n°244/07, e che invece, ad oltre 2 anni, non è ancora venuto alla luce, ed impedisce così il ristoro dei danni sofferti dalle vittime dell’amianto.

Egregio Signor Presidente della Repubblica,

Lei più volte si è espresso per la piena attuazione ed esigibilità dei dettami costituzionali, richiamando tutti a rispettare la sicurezza nei luoghi di lavoro e la salute dei cittadini, e noi come associazioni, poiché il giorno 05.03.2010 si terrà il forum nazionale delle medesime, vorremmo avere l’opportunità di incontrarla per esporle più compiutamente il nostro pensiero ed illustrarle il nostro lavoro, o se lei lo dovesse ritenere, di esprimersi con un suo autorevole messaggio in materia.

Cordialmente.

Roma,  5 marzo 2010

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

cip.mi@tiscalinet.it –   335/7850799

Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana

avappresidente@hotmail.it   –   335/8056074

Associazione Esposti Amianto Regione Friuli Venezia Giulia

segreteria@aea-fvg.org –   040/370380

Osservatorio Nazionale Amianto

osservatorio.amianto@tiscali.it

Associazione “Contramianto e altri rischi Onlus”

contramianto@libero.it

Comitato Amianto e Geotermia Alta Val di Cecina

mcardellini@alice.it

 

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