Ricorso Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Necessità di ripresentazione delle domande (curricula lavorativi) entro il 30.6.2010 Il nostro Comitato, assieme ad altre associazioni, ha presentato ricorso in data 19.3.2010 alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per impugnare l’art. 6, comma 9 bis, della legge 26.02.2010 n. 25, che proroga al 30.6.2010 il termine per il deposito dei curricula lavorativi al fine di ottenere il beneficio contributivo per esposizione ad amianto, ex art. 13, comma 8, legge 257/92 solo per i lavoratori di 15 siti oggetto di atto di indirizzo. Con il ricorso alla Corte Europea abbiamo impugnato questa duplice discriminazione, sia sul termine di proroga delle domande, sia per la limitazione di detti benefici, automatici, e con termine di domanda prorogato, a pochi lavoratori, e con esclusione di tutti gli altri, esclusione ingiusta ed ingiustificata, contraria alle norme internazionali oltre che alla Costituzione Italiana.
E’ opportuno che gli aventi diritto – cioè coloro che hanno inoltrato la domanda per i “benefici” pensionistici dopo il 15.6.2005 e che non sono compresi negli atti di indirizzo, presentino comunque i curricula lavorativi (nuove domande all’Inps ed all’Inail), entro il 30. 6.2010, così come stabilito dall’art. 6, comma 9 bis, della legge 26. 2.2010 n. 25, in modo da poter usufruire del diritto nel caso in cui la Corte di Strasburgo accolga il ricorso inoltrato o intervenga una declaratoria di non costituzionalità .
RIPRESE LE TRATTATIVE CON L’INAIL Dopo mesi di stasi e interruzione dei rapporti dovuto al cambio del direttore regionale, il 1° aprile si è svolto in Corso di Porta Nuova (sede regionale Inail) l’incontro fra una delegazione del nostro Comitato e l’Inail rappresentata dal direttore regionale e dalla Contarp (organismo tecnico dell’Inail). Finora, con le precedenti cause e la successiva trattativa, siamo riusciti a far riconoscere il diritto dell’esposizione all’amianto e malattie professionali di circa 400 lavoratori o ex lavoratori esposti all’amianto, la stragrande maggioranza della Breda, ma anche di altre fabbriche di Sesto San Giovanni (Falck, Breda-Termomeccanica-Ansaldo e di alcuni ferrovieri). Al nuovo direttore la nostra delegazione ha fatto presente che – che alla luce delle recenti sentenze dei reparti Forgia e Trattamento Termico della Breda Fucine (sentenza Figini che riconosce fino al 1996 l’esposizione all’amianto) e quelle del reparto Torneria – andava rivista anche la posizione negativa che l’Inail aveva precedentemente espresso per alcuni lavoratori di questi reparti. Inoltre abbiamo prodotto nuova documentazione sulla presenza di amianto nel reparto Magazzino che però non è stata accettata, perché la burocrazia richiede che questa nuova documentazione sia prima inviata all’Inail di Milano Sabaudia, sede competente a ricevere i documenti, che poi verranno inviati alla sede di Porta Nuova. |
Amianto: il Presidente della Repubblica bacchetta il Ministro Sacconi: Non approvata la norma che avrebbe assicurato l’impunità per i responsabili delle morti da amianto nella marina militare (e negli altri settori).
Il 5 marzo scorso le associazioni degli esposti e vittime dell’amianto (Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana, Osservatorio Nazionale Amianto, Associazione Esposti Amianto – Friuli Venezia Giulia, Contramianto ed altri rischi, Amianto e geotermia) sono state ricevute al Quirinale dal segretario generale Consigliere Dott. Marra ed hanno consegnato una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, lettera con la quale evidenziavano la necessità di non affievolire le tutele costituzionali delle parti deboli (vittime dell’amianto, piuttosto che lavoratori licenziati senza giusta causa, etc.). Pur senza illusioni continuiamo la nostra lotta a tutti i livelli, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nei tribunali e anche nelle istituzioni: questa volta siamo rimasti piacevolmente sorpresi, perché non ci aspettavamo che il Presidente della Repubblica, ai sensi dell’art. 74, comma 1, della Costituzione rinviasse questo complesso normativo, (quello relativo all’arbitrato nel diritto del lavoro, all’amianto, ed all’impunità, etc.) ad una nuova deliberazione, “più rispettosa della parte debole”. Le associazioni delle vittime dell’amianto continueranno la loro battaglia perchè le norme che ora sono sulla carta si traducano in reale concreta giustizia, applicata a carico dei responsabili di tanti morti che si sarebbero potute evitare.
Incontro con il Presidente della Camera dei Deputati
Dopo l’incontro al Quirinale del 5 marzo scorso, il 16 aprile le Associazioni delle vittime dell’amianto, tra cui il nostro Comitato, saranno ricevute dal Presidente della Camera a cui consegneranno una lettera in cui denunciano con forza che: 1) A due anni di distanza dalla legge che istituiva il Fondo Vittime dell’amianto e ne stanziava i fondi, questo non è ancora operativo per mancanza del decreto attuativo; 2) Il registro degli esposti al-l’amianto e la sorveglianza sanitaria previsti dalla legge vengono attuati solo in alcune regioni, senza un protocollo comune, mentre in altre, fra cui il Lazio, non vengono applicati; 3) la necessità di attuare il “rischio zero” per l’amianto e tutti i cancerogeni; 4) la mancanza di un serio piano di bonifiche dei siti contenenti amianto che continua ad esporre i lavoratori e i cittadini alle fibre del pericoloso killer, ponendo con forza il problema dello smaltimento. |
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