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2011_02_26 – AIEA -Comunicato stampa x ddl A.S. 2141

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Milano, 26 febbraio 2011
A.I.E.A.
Associazione Italiana
Esposti Amianto
&
Ban Asbestos Network
Via dei Carracci, 2 – 20149 MILANO
Tel. –Fax 02 4984678 – mail: aiea.mi @libero.it

COMUNICATO STAMPA

Il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Pasquale Giuliano, tiene nel cassetto la proposta di legge sull’amianto.
Dopo la presentazione delle oltre 10.000 firme depositate in Senato il 3 febbraio nulla ancora si muove: la petizione chiedeva di mettere in discussione, seguendo l’iter parlamentare dovute, il progetto di legge Casson che riguardava l’amianto e in particolare il risarcimento previdenziale dei lavoratori ex esposti, eliminando il termine di presentazione delle domande che non ha ragione di esistere.
In effetti tutti coloro che sono stati esposti sono a rischio di contrarre una malattia da amianto.
Non solo ma moltissimi ex esposti non hanno ricevuto le dovute informazioni e quindi non hanno potuto presentare la domanda nei termini stabiliti (15 giugno 2005).

Il momento oggettivamente difficile a causa delle richieste di democrazia da parte dei popoli del Nord Africa,cui va tutta la nostra solidarietà, non può farci dimenticare i problemi quotidiani, quali quello dei 4.000 deceduti per amianto ogni anno e quello della presenza dei manufatti con amianto (23 milioni di tonnellate) presenti sul territorio nazionale, che continuano ad emanare fibre mortali.
Meno ancora possiamo dimenticare i morti, i malati, gli invalidi per infortuni sul lavoro e malattie professioni da amianto e da altre sostanze tossiche e cancerogene, ne possiamo tollerare che si continui a discutere del Bunga Bunga piuttosto che dei veri problemi che la società italiana e il governo deve affrontare.
Chi viene accusato di un reato: dal presidente della ThyssenKrupp, ai responsabili della multinazionale ETERNIT, agli ammiragli della Marina Militare (per ricordare solo i principali processi in corso sull’amianto e sugli infortuni sul lavoro mortali), al Presidente del Consiglio dei Ministri, non deve frapporre mille espedienti per ritardare i processi o addirittura per annullarli, anzi suo dovere e diritto dovrebbe essere quello di operare per giungere più velocemente possibile alla sentenza.

Armando Vanotto, presidente
Fulvio Aurora, segretario

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